Dopo ben otto anni di assenza, Il 13 ottobre scorso è stata inaugurata la 16° edizione della Quadriennale di Roma a Palazzo delle Esposizioni. Una Fondazione che nacque nel 1931 con la finalità di promuovere l’arte contemporanea italiana, accanto alla più famosa Biennale di Venezia, il cui carattere ancora oggi è invece internazionale.
Organizzata da 11 curatori in dieci sezioni espositive, questa Quadriennale 2016 sembra esplodere in un tripudio di performances, sculture, videoinstallazioni, installazioni sonore, pittura per mano di 99 artisti: 150 opere che si dipanano progressivamente in un percorso con l’obiettivo di mostrare le energie che ci sono in questo Paese.
Un viatico, per noi, che esige la totale immersione del visitatore, anacoreta o cenobita che sia, attraverso il tempo. Un tempo che si snoda dal passato per farsi icona nel presente, non da vivere con nostalgia o romanticismo come ci consigliano i curatori, ma da “contemplare” perché si faccia per il futuro memoria, suono interiore, poesia, eternità.
E così il (T)empo si fa storia umana e dunque spazio dell’umano passaggio, consapevolezza e dunque presa di coscienza, e infine speranza e dunque possibilità di riscatto, in una parola Amore, amore per la vita, per se stessi e per l’altro da sé.
E man mano che l’iniziato procede, la mostra si svela e narra i suoi temi odierni: il digitale, il rapporto tra città-natura e centro-periferie, il valore della democrazia, ma anche il sentire più intimo rispetto ai modelli proposti o meglio imposti dall’economia del consumo e che arrivano a rendere chiunque “cibo utile” per il sistema, svuotando altresì di sacralità spazio, tempo e interiorità.
Non per nulla il titolo della Quadriennale è “Altri tempi, altri miti”, ispirato dai romanzi dello scrittore Pier Vittorio Tondelli (1955-1991).
Ogni singola sezione poi, risultato vivo di sinergie di squadra dei loro curatori, porta un suo sottotitolo-filo conduttore, che attinge alla letteratura, alla filosofia o all’arte.
E allora alcuni esempi: “I would prefer not to/Preferirei di no” un progetto di Simone Ciglia e Luigia Leonardelli, un titolo ispirato da un racconto di Melville; Luigi Fassi (1977) nella sezione “La Democrazia in America” ispirato dal pensiero di De Tocqueville; o ancora la sezione curata da Simone Frangi che sceglie la filosofia e le scienze sociali per il suo progetto “Orestiade italiana“, ispirandosi agli “Appunti per un’Orestiade Africana” di Pier Paolo Pasolini; “Ad occhi chiusi, gli occhi sono straordinariamente aperti” è il titolo poetico scelto, come omaggio all’artista Marisa Merz, da Luca Lo Pinto (1981) per una sezione organizzata teatralmente “come se le opere avessero gli occhi e guardassero lo spettatore, lasciando al visitatore libertà interpretativa“; “Periferiche” di Denis Viva (1979) che ha scelto, come suggerisce il titolo, artisti che lavorano lontano dalle grandi città, per meglio raccontare di icone di periferie; e la mostra non finisce qui… altro sarà da scoprire a piccoli passi partecipativi.
Tutte le sezioni nel loro insieme, infatti, pungolano alla riflessione e alla conversazione sul significato dell’arte e dell’opera d’arte oggi, in cui ciascuno spontaneamente finisce col porre domande per cercarne insieme le risposte… mai definitive.
Anzi, grazie alle risposte le definizioni perdono di significato.
Visitare la Quadriennale di Roma
La Quadriennale resterà aperta fino all’8 gennaio 2017 e Il Periegeta in collaborazione con Comune-info, la proporrà con visite-gioco per famiglie; visite interattive per adulti e ragazzi e per scuole d’ogni ordine e grado.
Prenota la tua visita-gioco o la tua visita interattiva per adulti e ragazzi
E’ possibile pronotare la visita-gioco de “Il Periegeta” alla Quadriennale di Roma cliccando su uno dei link sotto riportati:
Visita-gioco per bambini
Visita interattiva per adulti e ragazzi
Link: www.comune-info.net