<<Dickon cominciò a guardarsi intorno, mentre Mary lo osservava; poi cominciava a camminare piano (…). I suoi occhi sembravano assorbire tutto: gli alberi e i rampicanti che si attorcigliavano ai loro tronchi e pendevano dai loro rami, il groviglio sul muro e tra l’erba, le nicchie di sempreverdi con i sedili di pietra e gli alti vasi da fiori. (…) – Chissà quanti nidi ci saranno qua in primavera! – disse – Ѐ il posto più sicuro per costruire nidi di tutta l’Inghilterra. Non c’è nessuno che si avvicini e ci sono tanti grovigli di rami e di rose. (…)>> Questo è quanto Frances Hodgson Burnett faceva osservare a Dickon, il giovanissimo giardiniere, precettore di Mary Lennox, protagonista del suo romanzo, Il giardino segreto.
Invero, quando l’homo technologicus dimentica di passare con le sue scuri in un dato ovunque, la Natura torna silente a fare capolino, a respirare la libertà di essere e, invadendo col suo sapere/sapore, offre ogni genere di vita per riproporre equilibrio ed armonia. Soprattutto, in assenza di quel calpestio rumoroso di scarponi senz’anima, nelle sue isole verdi baciate dal sole, la Grande Madre elargisce i suoi fiori e…intanto insegna l’arte della seduzione, ma… solo al viandante solitario del cui cuore in inverno, ne risveglia i bi-sogni.
Voluttuosi e accoglienti, i fiori dipingono dei colori più vivaci l’humus-tavolozza, già opportunamente preparata con mille sfumature di verde. E, vanitosi e al contempo resilienti, i fiori si mettono in attesa degli alati messaggeri d’amore a sei zampe, portatori di quel dono inviato loro dal lontano amante. Un amante invisibile e forse solo percepibile grazie alle vibranti connessioni energetiche che vagano nell’aria…
Ed è proprio questo il momento in cui il viandante sfodera la sua lira e avvolge di inni l’amore.
“Perché canti?” chiede colei che quell’uomo canta, la bella Euridice, ad Orfeo. “Perché non so fare nient’altro (…)” risponde l’orphanus, il solitario, dei cui inni le stelle rifulgevano nella notte, e di notte e di giorno gli uccelli, gli insetti, i bipedi, i quadrupedi e gli striscianti accorrevano in religioso ascolto, spesso danzanti e… tutto entrava in armonia. Anche l’animo disgiunto di Orphanus. Perché l’amore, quando arriva, destabilizza. Ma se gli interessati riescono a camminare accanto, mantenendo la giusta distanza (non addosso l’uno all’altro, né al di sotto di uno, né al di sopra dell’altro), essi riusciranno a trasformare alchemicamente ogni forma di rabbia, senso di abbandono o rifiuto, in vitamina per le rispettive anime. E tutto, ma proprio tutto concorrerebbe all’equilibrio e all’armonia con l’universale, persino con gli insetti messaggeri.
“(…) fui improvvisamente assalita da una miriade di zanzare e di piccoli altri insetti, assidui frequentatori dei boschi – racconta la sottoscritta in https://www.periegeta.it/it/libro-anima-persa-anima-ritrovata/-. Le loro punture sottili e dispettose mi spinsero in buffe contorsioni corporee, quasi a volermi rendere partecipe di una danza votiva, fra esalanti profumi e amabili colori. Superai presto comunque il fastidio delle loro punture, attirata da altri insetti, amici di boschi e giardini. Scovai carabidi e coccinelle, antocoridi, crisope e forbicine, per non parlare della formichina dei boschi, il cui intero formicaio è capace di sterminare fino a centomila insetti al giorno, e altri e altri ancora. Accovacciata a terra, a caccia di soliti e insoliti insetti, scorsi invece, mimetizzate tra le foglie, le tracce del loro passaggio: le galle che numerosissime, da fine estate per tutto l’autunno, alimentano il terreno. Il precettore ne raccolse qualcuna per raccontarmi che i frutti, una volta morsi dagli insetti, cadono a terra, si accartocciano, assumendo le forme più irregolari. In quel loro alternarsi giocoso di vuoti e di pieni, mi parve di scorgervi delle sculture astratte in miniatura. (…)”
Nonostante le leggi italiane lo vietino categoricamente nelle zone urbane e suburbane, l’uso spropositato dei diserbati a base di glifosate ha persino raggiunto, da un po’ di anni, i giardini delle nostre città, dove, grazie ad essi, oggi i prati si portano all’occhio con un verde splendente, su cui però il fiore è visto come un elemento di disturbo nella sua fase calante, nel suo appassire. Perché il confronto con la morte, non più concepita come un ritorno all’energia vitale e universale, destabilizza. Eppure quell’appassire sarebbe già vitamina per l’humus e per i suoi continui ospiti.
Ma la manutenzione costa, dicono gli amministratori del condominio comunale. E allora, per le aiuole non ancora pavimentate delle aree urbane e suburbane, si scelgono i salvifici fiori stagionali come fossero oggetti decorativi “usa e getta”, perché la vista dell’homo technologicus sia frettolosamente sollevata e la sua mancanza di esercitazione alla pazienza soddisfatta. E intanto, i diserbanti sterilizzano il proliferare dei minuscoli volatili dispettosi, anche di quelli utili, utili pure agli annosi alberi donatori di ombra, frutta e protezione…
Ne consegue che tutto il naturale entra in un vortice di squilibrio, da cui far scaturire solo la “produttiva” emergenza, per cui l’ecosistema si è fatto antico ricordo! E allora via libera a celeri e rassicuranti vaccini, antibiotici, antinfiammatori per animali e umani, e veloci diserbanti ed endoterapie per le piante. Poco importa se antibiotici e antinfiammatori provochino disbiosi, alterazione della normale flora batterica, terreno fertile per numerose altre malattie. E poco importa se endoterapie a base di una velenosa abamectina e diserbanti a base del tossico glifosate provochino vulnerabilità verso nuove malattie, come il cancro ad esempio, nelle piante, negli animali e negli umani e alla loro inconsapevole prole, costretta a respirare e a mangiare la scelta degli adulti ben pensanti. Nessuna preoccupazione per questo, visto che i TG non ne fanno menzione: quisquilie e pinzillacchere dunque! Qualche documentario sì certo lo fa, ma… in quanti lo hanno visto o lo vedranno?
In un tale prosieguo, certo, son già spariti il senso della cura (lenta) e l’empatia (soprattutto a causa della perdita della sapienza contadina), nonché il coraggio di dar le spalle all’emergenza, a favore della prevenzione, attraverso un’ attiva educazione all’ambiente, e di un ritorno ad investimenti seri nella ricerca di soluzioni biologiche a favore del Creato e del bene comune. Laddove sembra che l’ansia naturale dell’umana gente sia entrata oramai in un circolo vizioso, in cui non si riesce più a trovare il bandolo della matassa. Ed è già nevrosi collettiva.
Stiamo soggiogando la Madre Terra a nostro piacimento? Sembra di sì. Ciononostante non leggiamo nel Sacro Libro della Genesi, la frase <<Soggiogate la Terra>>, bensì <<coltivate e custodite il giardino dell’Eden>> (Gn 2,15) e non solo le piante…
Ma attenzione: “le colpe dei padri ricadranno sui figli fino alla terza o quarta generazione” (Es 20,5-6 Deut 5,9-10). E Gesù di Nazareth: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). E infine papa Francesco nel suo Laudato sii: <<Sorella terra protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla … Dimentichiamo che noi stessi siamo terra. Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora. (par. 2)>>
Oggi, l’Olanda, che non ha mai smesso di investire in giardini e biologico, è giunta ad investire, attraverso le sue aziende e multinazionali del biologico, in Italia e nelle aree dove ancora il verde e la natura resistono. E ci vende persino le larve di coccinelle e le coccinelle per curare la Toumayella Parviconis che sta attaccando i nostri pini. Già, li vende a noi, che di coccinelle ne avevamo da donare gratis al mondo intero e che oggi non ne abbiamo più…per lo meno non a sufficienza per garantire cura e salute ai nostri alberi.
E adesso un pò di pausa. Rilassiamoci per qualche minuto con il video su una divertente lezione interattiva con i bambini sugli insetti dell’amico Paolo Beneventi, educatore, videomaker, teatro ambiente. Buona visione a tutti: