Scrivere una sceneggiatura non è come scrivere un racconto, e neanche un romanzo. Seppure archetipi e simboli sono presenti in tutti loro allo stesso modo e dinamiche e tappe evolutive sono spesso le stesse. Nonostante tutto, scrivere una sceneggiatura è qualcosa di diverso! Scrivere una sceneggiatura è scrivere una storia dove l’invisibile non rimane legato all’immaginazione di chi scrive o chi legge, ma viene trasformato in immagini e azioni visibili sin da subito. Non si scrivono i pensieri dei personaggi ad esempio, ma li si deve far intuire a chi osserva. La sceneggiatura insomma è un luogo in cui pensieri e sensazioni si fanno silenzi e suoni, pause ed azione, dialogo e impossibilità di dialogo, espressioni o gesti, o anche visioni. Scrivere una sceneggiatura è già immaginare il movimento di macchina da presa e il gioco di luci sulla scena, ogni scena, meticolosamente, o ancora silenzi, dissolvenze al nero, stacco improvviso dell’immagine! La sceneggiatura è un racconto onesto, pulito, dove digressioni e panegirici non sono consentiti! Perché la sceneggiatura è reale sceneggiatura quando è capace di essere e non di dimostrare e paradossalmente divenire al contempo il fittizio, ma senza nascondimenti!