Chi sono

Mi si offusca tra i ricordi più nitidi il tempo in cui intrapresi il mio viaticum, o viaggio della conoscenza del sé. Ancora giovanissima, tutto intorno a me sembrava giocare ad alimentare il mio intuito: persone, mare, paesaggio, arte, musica, cinema, teatro, fiabe, narrativa e altro ancora. E con estrema creatività, interiorizzavo ogni esperienza, che spesso esternavo in scrittura, disegni o dipinti o strimpellando la mia chitarra!

Certo, allora, non potevo essere consapevole di cosa stesse succedendo al mio animo, né delle motivazioni per cui il desiderio di superare i confini del mio conosciuto fosse così ingovernabile.

Terminato il liceo nello storico paese di origine greca, Rossano (Cs), proseguii il mio viaggio a Roma dove, la mia grande passione per la Natura mi portò alla scelta della facoltà di Biologia che frequentai alla Sapienza, dove scelsi di passare per primo l’esame di Botanica.

Tuttavia, dopo qualche mese, sentii già che non era quella la mia strada. Troppo forte era in me l’aspirazione a varcare nuove soglie interiori, attraversare mondi altri e lì, mettermi alla prova.

Optai con entusiasmo per la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Roma e poi Firenze, e in seguito per l’università che la dirigeva, lo IULM, Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano, sicura che la mia curiosità per le lingue e la letteratura di altri popoli mi avrebbe dato la spinta giusta verso la contaminazione. Sentivo il bisogno di guardare al mondo con occhi diversi.

Non immaginavo ovviamente che l’acquisizione di quegli occhi diversi avrebbe avuto anche il risvolto della medaglia: la lunga e lenta discesa nell’ignoto del mio io. Una discesa che ho voluto caparbiamente vivere e di cui oggi sono grata a me stessa, essendo la più veritiera delle conoscenze, la più completa da acquisire.

E in quella mia discesa non sono stata mai sola. A farmi compagnia erano i sogni e l’immaginazione, ma soprattutto l’essenza delle parole, tante parole, parole che ritornavano perché andassi oltre il loro significato più superficiale: parole che incontravo per la prima volta e che, nel tentativo di incastrarle ed adattarle in una frase, come uno specchio si offrivano a me, nella loro nudità, inducendomi alla riflessione. Il loro semplice dipanarsi ai miei occhi, alle mie orecchie e alla mia mente, mi affascinava e mi incuriosiva, facendomi entrare ogni volta in uno status contemplativo, in cui lasciavo che iniziassero liberamente la danza del loro snocciolarsi e mi svelassero la loro parte più intima. Cosa che facevano puntualmente e con gratuità e bellezza, appagandomi della loro sapienza universale.

Un rapporto maieutico di socratica memoria dunque tra me e le parole, fatto di domande e di risposte che hanno aperto (e aprono ancora oggi) ad altre domande e ad altre risposte, fino allo svelamento e alla chiarezza, alla consapevolezza. Perché la conoscenza non è mai solo intellettuale, essa è soprattutto svelamento del proprio ignoto, di ciò che non si sa o non si vede del proprio sé. Uno svelamento che parte dalla predisposizione naturale a con-templare, a stare cioè col proprio tempio, di fronte alla bellezza della Natura. Ma poi le domande e poi le risposte e ogni volta un pezzettino del proprio sé si rimetteva al suo giusto posto, teso verso quell’equilibrio, tra il materiale e lo spirituale, lo yin e lo yang.

Completai i miei studi universitari e mi inoltrai senza riserve nel mondo del lavoro, come interprete, traduttrice e insegnante. Ma dopo breve, ancora una volta, sentii che tutto ciò non mi bastava. Lasciai dunque che la mia inquietudine mi dirigesse altrove.

Era il 1994. Abbandonai l’insegnamento (ma non le traduzioni) per dedicarmi al mio nuovo percorso di vita come guida culturale per famiglie, o allora per curiosi o appassionati di arte e archeologia, di storia, letteratura e filosofia, di giardini storici e paesaggio, di Roma e dei suoi dintorni. Ed erano persone di lingua italiana, francofoni e anglofoni.

E i volti con cui mi sono interfacciata in questi 29 anni di passeggiate culturali sono stati tanti. E  ne conservo tanti teneramente nella mia memoria. Uno uno in particolare: il volto di Wangari Maatai (la foto qui accanto ricorda quando la condussi, nel 2005, tra le rovine del Foro romano), Premio Nobel per la Pace, biologa e ambientalista. Deliziosamente soprannominata Signora degli alberi, fu a lei che, durante la nostra passeggiata romana, promisi di raccontare di alberi, fiori e giardini al fine di sensibilizzare e coscientizzare gli animi sullo stato in cui versa oggi la Natura.

E non ho mai pensato, neanche per un attimo, di sottrarmi a quella promessa. Al contrario, negli anni ho sempre più approfondito i miei studi sull’educazione all’arte, l’arterapia e il teatro dell’Oppresso, convinta che attraverso l’Arte, sintesi indiscussa del rapporto contemplativo tra l’Uomo e la Natura, avrei potuto coscientizzare e aiutare altri a sviluppare intuito ed empatia, amore per la Natura, l’ambiente e la persona. E questo mio approfondimento divenne un progetto educativo paideico, di greca memoria, rivolto alle famiglie: A prova di sbadiglio nei musei per famiglie con bambini; e Oltre i confini: vedere per famiglie con adolescenti. Un progetto ancora attivo e che ho riassunto in un saggio, e in alcune collane per bambini come le recenti fiabe nell’arte (vedi https://www.periegeta.it/it/pubblicazioni/)

A tutto questo, non manco di aggiungere la meravigliosa esperienza che ebbi nei Giardini dei Papi, tra il 2009 e il 2011. In quanto esperta di eclettismo, avendo dovuto approfondire questo stile durante i miei studi universitari e per la mia tesi di laurea, nel 2011 siglai un contratto con il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano sia per la rivisitazione dei Giardini Vaticani – per cui scrissi il testo Anima Persa, Anima Ritrovata, periegesi all’interno dei Giardini Vaticani -, sia per la revisione del giardino del chiostro della basilica di S. Giovanni in Laterano https://www.periegeta.it/it/2019/03/il-giardino-del-chiostro-della-basilica-di-s-giovanni-in-laterano/

Contemporaneamente, già da qualche anno, studiavo sceneggiatura e documentario per puro interesse verso l’interdisciplinarietà.

E ancora oggi, sospesa tra scrittura e traduzioni, interpretariato e insegnamento, incontri culturali e teatro*, documentari e sceneggiatura in progress ed avvio alla curatela di mostre personali di artisti contemporanei, visite culturali ed educative all’arte, continuo senza sosta a percorrere questo mio affascinante viaticum

In corso di revisione e di prossima pubblicazione, è il mio testo sul mosaicista eclettico americano George W. Breck, che ha realizzato i mosaici della facciata e della controfacciata della Chiesa Episcopale di St. Paul’s Within the Walls, sulla via Nazionale a Roma, agli inizi del XX° secolo.

 

*in collaborazione con

il Quintetto dei Fiati Gianni Rodari https://www.youtube.com/watch?v=RtFhQpNDnts 

e con

Corrado Patriarca, psicoterapeuta attraverso l’uso della metafora, attore e regista di teatro https://www.youtube.com/channel/UCAvXjf_cu-DcFiTdM9JbClw 

Anna Bruno e Wangari-Maathai

Evoluzione, tempera su tela, 2000

Giochiamo con il paesaggio

A prova di sbadiglio – Giochiamo con il paesaggio

Autori: Anna Bruno, Cristina Bonasera
Casa editrice: Ed. Palombi, 2010
Prezzo: € 7,00
A prova di sbadiglio: Giochiamo con il ritratto

A prova di sbadiglio – Giochiamo con il ritratto

Autori: Anna Bruno, Cristina Bonasera
Casa editrice: Ed. Palombi, 2010
Prezzo: € 7,00

I testi possono essere acquistati richiedendoli direttamente alle autrici. Per maggiori informazioni o per richiedere le copie si prega di scrivere a info@periegeta.it

A prova di sbadiglio. Giochiamo con il ritratto